Trump avverte: i dazi potrebbero causare dolore agli americani

Reazioni internazionali ai dazi imposti da Trump.
Donald Trump ha lanciato un avvertimento agli americani: i dazi che ha imposto su importanti partner commerciali potrebbero causare “dolore” economico. Su Truth Social, Trump ha scritto che ci potrebbe essere “qualche dolore” e con un tono sfacciato ha aggiunto “Forse sì, e forse no!”. Tutto questo arriva un giorno dopo aver firmato i nuovi dazi su Messico, Canada e Cina. Trump non ha però mancato di sottolineare che, sebbene questi costi possano farsi sentire, essi serviranno a “Rendere di nuovo grande l’America”. La questione è seria e cresce l’aspettativa di reazioni da parte di queste nazioni.
Il Canada e la Cina rispondono a Trump.
Lunedì ci si aspetta che il governo messicano sveli dettagli sui dazi di ritorsione previsti contro i beni americani. D’altro canto, il Canada ha già dichiarato la sua posizione, rivelando una lista di beni statunitensi soggetti a una tassa del 25%. Justin Trudeau ha promesso di combattere le tariffe di Trump, un segnale chiaro della determinazione canadese. Da parte sua, Xi Jinping ha annunciato che la Cina intende presentare una causa presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio per contestare i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti, mentre il Giappone ha espresso preoccupazione per il possibile impatto globale delle tariffe.
Un delicato equilibrio tra politica e media.
Mentre i leader mondiali rispondono a queste nuove politiche, Trump stesso ha inasprito il suo approccio nei confronti dei media, che lui definisce “nemici del popolo”. Persone influenti nel panorama mediatico americano, come Chuck Todd e Jim Acosta, si sono allontanate dopo aver subito pressioni per cambiare l’approccio della loro reportistica. Il panorama mediale sembra mutare sotto la guida di Trump, con importanti reti che si adattano a una nuova narrativa. Sospetti e timori emergono su come queste dinamiche possano influenzare il discorso pubblico e l’accesso a informazioni cruciali.
Politiche sanitarie e diritti umani sotto scrutinio.
Sotto questa crescente tensione, si è traslato anche sul fronte interno. La rimozione dello status di protezione temporanea per oltre 300.000 venezuelani in America ha alimentato ulteriori polemiche. A sorpresa, anche all’interno del settore sanitario, la CDC ha iniziato a rimuovere termini come “transgender” e “non binario” dai documenti, in risposta a ordini del governo di Trump. Questa decisione ha suscitato preoccupazione tra gli esperti di salute pubblica, che avvertono che la mancanza di linguaggio inclusivo potrebbe compromettere l’assistenza sanitaria a popolazioni vulnerabili.